Chiese e parrocchie del comune di Pettineo (ME)


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...i Parroci

ARC. PLACIDO NICOLOSI
PARROCO DAL FEBBRAIO 2004

cfp.unci.pettineo@tiscali.it
ARC. ORAZIO SAPENZA
Don Orazio Sapenza è un umile grande interprete della parola Divina.

Nato a Castell’Umberto, da famiglia umile, il 24 Maggio del 1926, ancora in giovanissima età sente la vocazione di consacrare la sua vita a Dio. Infatti, appena ventiseienne diventa il più giovane arciprete d’Italia.

L’ordinazione ebbe luogo a Castell’Umberto il 23 Luglio del 1950.

Trascorse i primi due anni di sacerdozio in Acquedolci dove fu subito ben voluto ed accettato vivamente dall’intera popolazione che, all’atto del suo trasferimento definitivo a Pettineo, pose in essere una forma di protesta verso chi lo aveva mandato via, occupando i binari di quel treno che lo avrebbe allontanato definitivamente da loro.

Giunto a Pettineo nel 1952, si trovò di fronte ad una realtà difficile, da cambiare, sia per le ideologie storico - culturali che per quelle socio - economiche che avevano caratterizzato, per tantissimi anni, la forma mentis dei pettinesi.

Infatti l’ostacolo più difficile da superare fu proprio quello di riuscire ad instaurare un dialogo e a confrontarsi con la gente, anche perché la stessa era succube di un sistema politico ed ideologico tipicamente Marxista e l’economia dell’intero paese era affidata solo a poche famiglie.

“Servo suo”, ”voscienza benedica”: questo era il saluto della gente rivolto ai benestanti o, agli acculturati (compresi i preti d’allora) che riuscivano ad imporsi sulla popolazione;

Questo tipo di ossequio fu rifiutato categoricamente da Don Orazio, poiché ritenuto non conforme ai suoi canoni di umanità.

Lo spirito di cambiamento che Padre Sapenza ha cercato, da subito, di mettere in atto, non fu ben visto da parte di qualche nobile del luogo, tant’è che fu additato come “il Prete più comunista della Diocesi”.

Forse a qualcuno non andava bene un prete innovatore?

Una delle frasi memorabili da Lui esternate ai fedeli, durante la sua prima celebrazione, fu: ”Non si può andare avanti cosi. Io sono al di sopra delle parti...”.

Questo per far capire che tante idee andavano cambiate per il bene della collettività, perché proprio il bene della collettività fu il punto cardine su cui Don Orazio ha puntato tutti i suoi sforzi.

La Cultura al primo posto; il primo pensiero di Don Orazio fu quello di istituire una piccola “scuola media privata”, da Lui gestita senza fine di lucro.

Insegnò diverse discipline, italiano, latino, greco ecc, fin quando, non venne aperta la scuola statale.

L’asilo è un’altra realtà creata per interessamento di Don Orazio, egli, infatti racconta:

”Passeggiavo in via Roma e mi chiedevo, come faccio a costruire un asilo?... era un mio assillo.
Pensai, ad un tratto, di rivolgermi alla bontà di una facoltosa famiglia che aveva perso tragicamente l’unico figlio ancora in giovane età.
La nobile famiglia, sensibile al mio problema, mi donò un appezzamento di terreno per costruire l’Istituto in memoria del figlio Militello Giuseppe;…e cosi fu fatto, grazie ai finanziamenti ottenuti dalla Cassa depositi e prestiti del Mezzogiorno”.

Tutte le Chiese nel 1952 avevano subito danni bellici a causa delle incursioni aeree e dei bombardamenti, cosi, Don Orazio pensò anche a farle restaurare per non perdere quel ricco ed unico patrimonio culturale ed artistico di Pettineo, avvalendosi di alcuni finanziamenti statali e regionali.

Per quanto concerne la Chiesa di S .Oliva, patrona di Pettineo, Don Orazio ha provveduto, in primis, ad alleggerire la struttura della vara e, successivamente, ha curato la famosa suggestiva ”Apoteosi di S. Oliva”, detta “A votata di l’altari”, prima realizzata manualmente e poi in maniera elettronica a cura di Peppino Storniolo.

Avendo inoltre capito le difficoltà del percorso della processione religiosa, Egli volle apportare dei cambiamenti, sostituendo la via S. Caterina, via ripida e tortuosa con” viale delle rimembranze “ o “via Parrini” (detta così perché ritrovo e luogo di passeggio dei preti).

Tale cambiamento non fu ben voluto dalla popolazione tant’è vero che durante la processione, arrivò l’allora commissario di pubblica sicurezza di Mistretta che si oppose al passaggio dei portatori.

Le processioni più importanti del paese, riferisce don Orazio, sono ancora tradizionali, nel senso che il santo viene portato a spalla, e nonostante i ripetuti sforzi tesi alla costruzione di idonei carrelli per sostituire la forza delle spalle umane, ancora oggi, per mancanza di fondi, non è stato possibile realizzarli.

Naturalmente si auspica quanto prima nella realizzazione di tale progetto.

La Chiesa di San Nicolò è un altro patrimonio storico architettonico che, già nel 1950 era oggetto di restauri grazie agli impegni profusi da Don Orazio il quale faceva intervenire il sopraintendente di Catania che provvedeva in seguito a far pervenire un buon finanziamento per iniziare i lavori più urgenti.

Negli anni 70 veniva sconsacrata e utilizzata come Oratorio destinato ad attività teatrale affidata alla guida del sig. Luigi Storniolo, nonché come luogo di incontro culturale grazie alla fondazione della biblioteca parrocchiale.

Questi sono solamente dei piccoli cenni del passato di Don Orazio.

Per scrivere realmente tutto il suo impegno sacerdotale qui a Pettineo, occorrerebbero fiumi di inchiostro.

La sua formazione spirituale, egli l’ha raccolta in dei quaderni che gelosamente custodisce e spesso vengono nostalgicamente sfogliati per ricordare le sue esperienze di vita che lo hanno accompagnato nel suo lungo cammino spirituale che lo ha sempre visto e continua a vederlo vicino a Dio.

Sempre a Pettineo, ha festeggiato il suo Giubileo Sacerdotale che ha coinciso con l’Anno Giubilare del 2000 e nel 2002 i cinquant’anni di missione sacerdotale in questa parrocchia dove ha vissuto esperienze di ogni genere condividendo con i propri parrocchiani anche i “piccoli momenti della vita quotidiana”

Dal febbraio 2004 è stato sostituito nella guida della parrocchia da Don Placido Nicolosi.

FRA' UMILE
È stato consacrato sacerdote nell’anno 1957 e per diversi anni visse in Piemonte fino al 1973 quando venne mandato in Sicilia e giunge nel Convento dei Cappuccini di Pettineo nell’anno 1999 dove vive tutt’ora e nella qualità di Superiore, guida la piccolissima comunità costituita da soli tre frati.
La sua missione principale è quella di evangelizzare

 
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