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SAN FILIPPO TRA LEGGENDA E FOLKLORE |
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Una tradizione molto sentita fra la cittadinanza é la festa di San Filippo, protettore di Calatabiano, famoso per le numerose guarigioni di anime indemoniate. Il sabato antecedente la terza domenica di maggio moltissimi fedeli e laici si radunano sulle pendici del monte castello per assistere all'emozionante "calata" del Santo, rito che si tramanda dal 1765. La venerazione nei confronti di San Filippo ha, però, favorito la nascita di numerosi aneddoti, trai quali alcuni vengono trascritti in questa pagina allo scopo di ricordarli a quanti già li conoscono e renderli noti, invece, a quanti li ignorano. ... "Il popolo spiega il colore nero del Santo con una leggenda: San Filippo (forse al Castello) si imbattè nel demonio che cercò di tentarlo, respingendolo disse: - non mi tentare Satana! Non ricordi quante volte t'ho schiacciato? E Satana: - sì, ma ora il tuo Dio ti ha abbandonato. Guarda, prova!- San Filippo sorridendo ed accettando la sfida: - legami allora con le tue pesanti catene-. Legato, il Santo spezzò immediatamente le catene... Venne poi la volta di Satana, che legato con un filo della barba del Santo non fu capace di romperlo. Il Santo allora lo buttò nel pozzo, da dove il demonio chiese: - Filippo quando mi libererai? e il Santo: - mai- Satana fraintese maggio ed invoca ancora il mese di maggio che arriva solo per portare in trionfo il Santo. San Filippo rincorse i demoni fino all'inferno da dove tornò annerito dal fumo e dalle fiamme. . . . I Calatabianesi hanno timore del Santo perché lo credono potente, giusto ma anche vendicativo. A tale proposito si tramanda da generazione in generazione che la terza domenica di maggio del 1891... era turbata da un gran vento che impediva l'impianto dei fuochi d'artificio. Il pirotecnico, dopo aver tentato per molte volte di impiantare i pali che dovevano reggere le girandole, spazientito si reca di corsa in Chiesa e afferrando il Santo per la barba, ... grida: - Fulippu, Fulippu, fa finiri stu ventu e fammi guadagnare u pani. Dopo essersi sfogato ritorna al lavoro, ma una raffica di vento più violenta della precedente fa abbattere tiri palo sul malcapitato uccidendolo". Secondo un'altra leggenda San Filippo avrebbe anche "...la facoltà di fare svegliare le persone all'ora precisa che desiderano. Esse non hanno da fare altro che recitargli un paternostro e la seguente orazione (dove è segnato con puntini si mette l'ora che il devoto indica): "San Filippo d'Agirò Izc dormu e vui no Iu dorrnu e vui vigghiati Dumani a ... uri mi sbigghiati " (da C. Ricca; Calatabiano nella storia della Sicilia, A.A. 1974-75, pp. 297-311, con bibliobrafiaprecedente
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www.calatabiano.net il videoclip della Festa di San Filippo Siriaco |
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Calatabiano.net Salve da oggi è possibile scaricare dal sito www.calatabiano.net il videoclip della Festa di San Filippo Siriaco 2005 il videoclip in formato Divx
Per maggiori informazioni www.calatabiano.net
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Festa di San Giorgio |
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La festa di S. Giorgio, protettore della cavalleria e patrono di Calatabiano, è celebrata il 23 aprile. Questa, pur essendo di antica tradizione, é quasi sconosciuta alle nuove generazioni. Pertanto, allo scopo di far "rivivere" le tradizioni legate alla figura di San Giorgio, si trascrivono i risultati della ricerca di C. Ricca: " Il 23 aprile ...fino a qualche secolo fa circa, avveniva il sorteggio e la scelta di due fanciulle fra tante orfane povere, alle quali veniva data una dote..., per volere del Principe di Palagonia Ferdinando, che nel suo testamento del 21 aprile 1672 prescrisse tali disposizioni. . . I Normanni furono sempre molto devoti a questo santo e ne introdussero il culto anche il Sicilia. ...Egli venne rappresentato come un giovane cavaliere cavalcante un magnifico cavallo, nel tentativo di assalire un drago per difendere una fanciulla in procinto di essere divorata. Sia la fanciulla che il drago sono simboli infatti, la prima rappresenta il mondo libero da ogni male, mentre il secondo il peccato, S. Giorgio uccide il peccato per liberare il mondo. I1 popolo a tal proposito vi intrecciò la sua leggenda: era nelle contrade (forse nostre) un drago che tutto sconvolgeva e devastava. rendendo impossibile la vita degli uomini. Il re (come dice la gente. forse il Signore) dovette venire a patti e fu necessario concedere in pasto una donzella al giorno per acquietarlo. Ad una ad una le fanciulle finirono e non restava che la figlia del re di nome Margherita. Non ci fu modo di cambiare la sorte della fanciulla, ed il padre divenne pazzo di dolore. Margherita era in procinto di essere assalita dal drago quando arrivava sul luogo del supplizio S. Giorgio, che uccidendo il mostro, libera e riconsegna al padre la fanciulla. Il castello fin dal periodo normanno fu posto sotto la protezione del Santo che diventò il Patrono... (da C. Ricca, Calalabiano nella storia della Sicilia, A.A. 1974-75, pp. 312-316. con bibliografia precedente).
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