Il 24 giugno, solstizio d'estate - alcara Li Fusi (ME) Testimonianza unica, in un’epoca che tende sempre più a demistificarsi, di antichissimi culti agresti della Dea Demetra, legati al periodo della mietitura. Festa popolare che conserva intatte nei canti, nelle danze, nei manufatti artigianali, le tradizioni folkloriche-contadine di millenarie generazioni. Celebrazione gioiosa della vita che rinasce e si rigenera nella fase culminante del solstizio d’estate, una delle feste popolari più antiche d’Italia. Per risalire alle origini della festa del “MUZZUNI”, che ogni anno si svolge ad Alcara Li Fusi il 24 giugno, solstizio d’estate, è necessario tornare indietro nel tempo, al periodo in cui alcuni greci sfuggiti alla distruzione di Troia, trovarono rifugio dove sorge attualmente il paese. La cerimonia mostra la sua relazione con le celebrazioni elleniche dei misteri propiziatori dedicati alle divinità Adone, Demetra e Afrodite , divinità della terra, della vegetazione, della fertilità e dell’amore. I riti legati all’esperienza della morte e della rinascita della natura, della capacità degli esseri viventi di fecondare e procreare divennero feste agricole di valore propiziatorio e purificatorio, arrivando fino ai nostri giorni con tutto il loro fascino e i loro significati profondi . Essa si svolge subito dopo il crepuscolo, negli antichi quartieri dove le donne decorano con ori e spighe di grano fatti germogliare al buio, una brocca dal collo mozzo(1) rivestita di seta e posta sopra un altarino sistemato tra le “pizzare”, tappeti colorati tessuti al telaio. Attorno all’altare si festeggia con danze e canti d’amore fino alle prime ore del mattino. E’ impossibile non farsi contagiare dalla magia della serata che stimola risonanze profonde negli animi di chi vi partecipa. (1) Studiosi di antropologia culturale e di storia delle religioni hanno riscontrato nel muzzuni l'archetipo del sinbolo fallico, che con la fuoriuscita del liquido spermatico feconda la donna, cosi come i semi fecondano la terra.
Nicolò Agliolo
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