Davanti all’alta parete calcarea su cui si apre la grotta di San Teodoro si estende un deposito paleontologico contenente numerosissimi resti fossili di Hippopotamus pentlandi. Il deposito è il residuo di un antico bacino lacustre esistenti durante il Pleistocene medio (700.000-125.000 anni da oggi). I resti fossili di ippopotamo di Acquedolci risalgono alla fine del pleistocene medio e cioè ad un’età di circa 200.000 anni. Questi fossili, nonostante l’intensa frantumazione subita, rappresentano un importante contributo per lo studio morfologico e filogenetico dell’ippopotamo pleistocenico della Sicilia. Ad Acquedolci l’esistenza di un bacino lacustre ha permesso la vita a popolazioni di ippopotami i cui resti scheletrici, seppelliti nei sedimenti al fondo del bacino, si sono conservati a migliaia per cui il deposito offre un’abbondanza di resti fossili tale da permettere uno studio dettagliato degli ppopotami e di riconoscere le altre specie di mammiferi presenti.
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