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...Manifestazioni e ricorrenze
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FESTA DI SAN BIAGIO |
PATRONO DEL PAESE San Biagio vescovo Martire secondo la leggenda liberò un bambino da una spina conficcataglisi in gola, ed è per questo considerato il Santo Protettore, contro il mal di gola; nella ricorrenza della sua festa il 3 febbraio si usa benedire la gola dei fedeli con due candele benedette il giorno precedente, non si sa perché sia diventato il patrono del nostro paese (inizialmente era S. Pietro) ma la leggenda narra che nei pressi di Torre Del Lauro (frazione di Caronia) il santo vescovo sedette su un grosso scoglio ,tutt’ora esistente e chiamato “a petra ri S. Brasi” in suo onore. Le reliquie, preziosamente custodite dalla nostra Parrocchia nella chiesa omonima, vengono portate in processione giorno 2 febbraio, il pomeriggio del giorno seguente dopo la S. Messa la vara del santo sfila per le vie del paese (ornata da fiori e cuddure di pane e di torrone, offerte dei devoti, fra i quali menzioniamo gli abitanti di Caronia Marina che qualche anno fa durante la visita del nostro patrono alla chiesa della SS. Annunziata hanno donato il prezioso anello che porta al dito) accompagnata dalla banda musicale, dall’amministrazione comunale e dalla gente, alcuni fedeli per voto camminano scausi (scalzi) o m’piruni (con le sole calze ai piedi). La processione del Santo una volta celebrata l’ultima domenica d’agosto perché i vecchi abitanti di Caronia solo allora terminavano i lavori della raccolta, è ora la seconda domenica d’agosto; quella di festeggiare la festa del Santo in estate è dunque un’antica tradizione che permette ai paesani emigrati di potervi partecipare. Lo stesso S. Biagio veniva invocato per le calamità naturali di vento e fuoco perché è in grado di placarli; le sue cuddure benedette venivano infatti lanciate sui tetti delle case dopo aver recitato una preghiera. ALLIEVI CORSO A.M. UNCI FP
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FESTA DI SAN GIUSEPPE |
La processione di San Giuseppe (19 marzo) a differenza delle altre, si svolge a mezzogiorno, ed è collegata alla tradizione dei “virginieddi”. La gente per ringraziare il Santo delle grazie ricevute o chiedendogliene altre, offre da mangiare ai virginieddi, originariamente erano bambini poveri, che facenti parte di una famiglia numerosa non avevano di che sfamarsi, anche ora con il passare degli anni e col diminuire dei bisognosi la tradizione è portata avanti e pur di rispettarla, chi non può cucinare da loro dei soldi. I virginieddi sempre di numero dispari (perché S. Giuseppe è giorno 19, un numero dispari) durante la processione sono tutti affacciati ai balconi, possono iniziare a mangiare subito dopo il passaggio del Santo, sono obbligati sia a digiunare la mattina sia a ad assaggiare tutte le portate del pranzo, che vengono servite al contrario, dalla frutta, l’arancia, alla pasta, tagliatelle con i ceci, ciò che non viene consumato durante il pranzo, viene messo nei piatti che ciascuno porta, per poi essere mangiato a casa per cena. Il pranzo si conclude dando ai virginieddi un pane detto “a varvuzza ri San Giuseppi”. ALLIEVI CORSO A.M. UNCI FP
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