Chiamata anche “Chiesa di San Francesco” perché fu sede del convento dei Francescani; di piccole dimensioni, ad una sola arcata, la caratteristica principale è la semplicità e il senso della povertà, infatti, sin dai tempi antichi è stata ristrutturata con i soli soldi dei fedeli; al centro vi è esposto sull’altare la statua di Sant’Antonio che si festeggia il 13 giugno
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Dall’architettura semplice, la Chiesa risale al 1500.

In origine altro non era che la cappella annessa al convento dei Frati Minori osservanti di San Francesco.

Il complesso conventuale è andato distrutto nel 1848 e di esso rimane traccia soltanto nei documenti.

All’interno della Chiesa si conserva ancora “L’Annunciazione della Madonna” un bellissimo dipinto ad olio di datazione incerta.

Altra importante Chiesa è quella di San Biagio, il Santo Protettore di Caronia. La costruzione si affaccia sulla piazza principale.

All’interno vi si custodiscono gelosamente una statua di San Pietro al quale in passato era dedicata la Chiesa ed un dipinto raffigurante la deposizione.

L’opera è stata realizzata dall’artista Domenico Ferrandini nel 1771.

Della presenza romana è importante testimonianza anche il ponte Aureliano, di epoca tardo imperiale, che ancora oggi taglia il torrente di Caronia.

Ma quando è stato costruito il Ponte Vecchio? La decisione venne presa nel 1555, questo è stato costruito più a sud, in un punto dove l’alveo del torrente è più stretto e quindi è stato possibile costruire un ponte a tre archi.

La tradizione locale ha chiamato sempre via Aurelia questo tratto della Via Valeria e quindi anche il Ponte Vecchio, prendendo il nome da quello della via, è stato erroneamente chiamato Aureliano.

Il progetto della costruzione del ponte fu affidato a Mastro Antonio d’Adriano, che nel suo progetto consigliava la costruzione di un quarto arco, che non venne costruito infatti il ponte cadde intorno al 1579.

Importante da ricordare è la piccola cappelletta situata in Piazza Calacta, un tempo via molto importante ed animata del paese.

La piccola cappelletta custodisce un antico dipinto a mezzo busto raffigurante il volto di Maria Addolorata trafitta dalla spada.

La cappelletta è curata dalle suore e da alcune persone del vicinato, che provvedono a far si, che sia pulita, ordinata e che i fiori siano sempre freschi.

Durante la processione del Venerdì Santo, la cappelletta viene aperta e tenuta tale fino alla fine della processione, ed è proprio lì davanti che si intona il toccante canto dello “ Stabat Mater” I Caronesi usano chiamare la cappelletta “a Maronna ra chiazza”