Essa è l’esatta ricostruzione in nuovo sito di una chiesa esistente già nell’antico casale, in questo caso del convento dei Frati Minori appartenenti all’ordine dei Francescani costruito nel casale S. Stefano di Mistretta intorno al 1580. Dovette essere, dopo la Chiesa Madre, una delle prime strutture realizzate Nel nuovo paese, se lo stesso duca di Camastra, già nel 1693, fece costruire al suo interno una tomba che doveva ospitare le spoglie della moglie Maria Gomez de Siveyra e successivamente, esattamente quindici anni più tardi, le sue. Ancor prima della fine del XIX° secolo la chiesa divenne sede del Collegio di Maria, una “casa di formazione morale” per le giovani fanciulle del comune e fu ribattezzata “Chiesa di Maria SS.della Catena”. IL prospetto esterno,presenta tutte le caratteristiche dello stile barocco. Esso è stato inoltre, nell’ultimo rifacimento, abbellito da ornamenti in terracotta, tra i quali la cornice del grande pannello di piastrelle in ceramica raffigurante la Madonna della Catena. All’interno sono visibili l’altare della Madonna della Catena, le due nicchie contenenti le statue di S.Rita e di S. Teresa del Bambino Gesù, un Crocifisso realizzato completamente in legno, di cui si sconosce l’autore; la “vara” del Cristo Morto, che presenta una deformazione nella attaccatura delle braccia: tale alterazione non deve essere considerata però un errore attribuibile all’autore; si tratta piuttosto di una modifica con cui l’autore voleva, a suo tempo, rendere manifeste le sofferenze fisiche subite dal Cristo in croce. Parte integrante dell’ inestimabile tesoro costituito da queste opere d’arte contenute all’ interno della chiesa sono anche le sacre reliquie di S. Vincenza Martire, il cui corpo era stato in passato tumulato nelle catacombe di S. Ciriaca Verano a Roma e donato successivamente a questa chiesa dal vescovo di Cefalù, Monsignor Pietro Tasca il 13 ottobre 1883. Infine in una piccola stanza sottostante la chiesa, sono conservati resti di cadaveri, tra i quali, coperti da un abito dai filamenti d’oro e adornato da crocifissi di diversa misura composti dallo stesso metallo, quelli appartenuti ad una delle figlie del duca, morta in giovane età.
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