Posto sulle colline prospicienti, luogo la strada che raggiunge il sito dell’antico paese abbandonato, si nasconde tra filari di cipressi il vecchio Camposanto, un rettangolo irregolare che misura poco più di 20 metri per 18 ed accoglie quasi novanta tombe. Venne utilizzato tra il 1870 e il 1880, fino a quando cioè fu aperto il nuovo cimitero, restando così isolato nella sua quiete e nel suo abbandono. Il lavoro di scavo e restauro effettuato dalla Soprintendenza dei Beni CC. e AA. Di Messina negli anni ‘90 ne ha restituito in gran parte la configurazione, consolidandone i monumentini e intervenendo per la conservazione dello straordinario rivestimento in mattonelle maiolicate che costituisce l’aspetto più interessante e significativo,ancorché il più ricco e colorito campionario della produzione stefanese del XIX secolo. Si possono contare circa 75 tipologie, dovute a 12 impianti di produzione, così come si evince dai marchi esistenti. L’intreccio dei colori,la brillantezza degli smalti, la varietà dei temi decorativi, concorrono nel rendere estremamente lieto e fiorito questo giardino di memorie e di affetti, che la comunità ha coltivato per i propri cari sullo scorcio di un secolo travagliato.
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